Cambiare direzione

Cambiare direzione

cambiare direzione

Spesso nei nostri gruppi emerge una tematica che ha a che fare con l’idea che un cambiamento è pressoché impossibile perché estremamente difficile.
In effetti i pazienti, prendendo atto della loro coazione a ripetere,  si sentono impossibilitati ad uscire da questa ripetizione definita da Freud come demoniaca.
Come tutti noi essi contrappongono il difficile, o l’impossibile, al facile.
In realtà si tratta di trovare un’altra direzione. La similitudine che si può fare è come se tutti si accanissero a spingere una porta per aprirla perché non vedono il cartello tirare.
Si tratta non della vista che non funziona, ma della Rimozione.

l’altro come oggetto

l’altro come oggetto

l'altro come oggetto
Vi è un interrogativo che spesso si presenta nel lavoro dei pazienti in gruppo. Esso è conseguenza della constatazione che il rapporto con l’altro non è fonte di beneficio ma di malessere.
Può prendere l’aspetto: “Dipende da me o dall’altro?” oppure : “Devo rassegnarmi al sentimento della solitudine o sto commettendo un errore intorno al quale non ho consapevolezza?”.
L’errore dipende dal fatto che si crede di avere a che fare con un altro mentre, in realtà, si vorrebbe avere a che fare con l’altro come oggetto.

l’altro come oggetto

Chi pena fa, pena ti dà

Chi pena fa, pena ti dà

chi pena fa, pena ti dà
“Chi pena fa, pena ti dà” è una frase della tradizione popolare citata da un partecipante ad un gruppo di psicodramma freudiano. Il lavoro che si è svolto nella seduta ha permesso di avanzare al di là della semplice constatazione. Si è evidenziato che c’è a monte una difficoltà di giudizio quanto alla dignità dell’altro. Vale a dire che il giudizio non è esercitabile perché impedito dal pregiudizio riguardante “l’amore”.

Dire no all’altro

Dire no all’altro

dire no all'altro

La questione del sacro e di conseguenza la questione del sacrilegio  è purtroppo di grande attualità.
La stessa problematica è rintracciabile nella vita “privata” di ciascuno di noi; come ci ha dimostrato una recente seduta. Questa ha permesso ai partecipanti di verificare che quello che è sacro per uno è del tutto indifferente per un altro, di conseguenza non si rischia per fortuna di tagliare la testa a chi la pensa diversamente da te. Quello che si rischia è comunque di dire drasticamente no al legame con l’altro.

Dire sì, dire no

Dire sì, dire no

 

La tradizione ci insegna che dovremmo, per essere sani, fare in modo che il nostro dire Sì equivalga davvero ad un Sì, e che il nostro dire No equivalga davvero ad un No.
È un buon suggerimento, anche se l’esperienza ci dimostra che non è facile.
Perché?
Il lavoro che si è svolto in un gruppo ci ha indicato che la difficoltà deriva da una alterazione del nostro Io ( chiamato da Freud Super io) che si impone con divieti e comandi facendo leva sulla nostra paura di perdere l’amore, l’amore presunto dell’Altro.

Dire sì, dire no

Capire l’altro o impigliarsi?

Capire l’altro o impigliarsi?

impigliati
Tutti siamo tentati di cercare di capire l’altro come se questo fosse l’unico modo per rasserenarci. Purtroppo la realtà è diversa; come ci ha dimostrato il lavoro che si è svolto in una seduta recente. In effetti più si cerca di capire l’altro e meno ci si accorge se l’altro ci tratta bene o ci tratta male. Ne deriva l’impossibilità di esprimere un giudizio sul comportamento nocivo o benefico del nostro partner rispetto a noi e viceversa. La conseguenza, o il rischio, è quello di rimanere impigliati con l’altro.

Arrabbiarci con chi ci contagia del suo male?

Arrabbiarsi con chi ci contagia del suo male?

arrabbiarci con chi ci contagia del suo male

È difficile non essere arrabbiati con chi ci ha contagiato anche semplicemente di un banale raffreddore.
Come se non sapessimo che il malessere che proviamo dipende esclusivamente dal virus. Su questa linea i nostri pazienti che cominciano ad accorgersi che il loro disagio è stato indotto dai loro genitori rischiano di finire per odiarli. In realtà sono le loro teorie, le loro visioni del mondo, che ci hanno contagiati. Fino a quando non si riesce a fare questa distinzione, anche allontanarsi dai genitori non serve.

Arrabbiarci con chi ci contagia del suo male?

 

Il rapporto sessuale non esiste

Il rapporto sessuale non esiste

il rapporto sessuale non esiste

E’ frequente che delle donne che si scambiano confidenze tra  loro riguardo la propria vita sessuale finiscano per consolarsi nel ritrovarsi in una conclusione comune.
La conclusione consolatoria è: meglio chiudere con la sessualità.
Sono forse, a modo loro, tutte lacaniane? Vale a dire se non c’è rapporto sessuale tanto vale rinunciare all’amore prima possibile.

Il rapporto sessuale non esiste

Masochismo

Masochismo

masochismo

A tutti noi è capitato di sentirci meglio perché ci è arrivata la notizia che qualche amico o qualche conoscente sta poco bene o è ammalato o attraversa una crisi esistenziale.
Facciamo fatica a darci da intendere che sentiamo pena o un genuino dispiacere.
In fondo possiamo cavarcela (nevroticamente) con il detto: “Mal comune mezzo gaudio”. O anche con: “Siamo tutti in una valle di lacrime”.
Freud ci ha insegnato che si tratta del masochismo nella sua funzione ansiolitica di oppio dei popoli.

Tradimento

Tradimento

tradimento

“O lei o me”, ma anche “O lui o me”, sono frasi ben note perché abituati a sentirle pronunciare da adulti in coppia e in momento di crisi. Quello che sorprende è che spesso, nel corso di una cura, si scopra che sono frasi, pensieri, che si sono formulati nei primissimi anni di vita.

Tradimento

Il rapporto con “Il padre”

Il rapporto con “Il padre”

Un padre

Il fatto che per la donna si tratti di passare dal legame con la madre al legame con un uomo, mentre per l’uomo si tratta di passare dalla madre alla donna è osservazione di Freud. In ogni caso sia per l’uomo che per la donna è indispensabile il rapporto con “Il padre”.

Cos’è l’amore?

Cos’è l’amore?

cos'è l'amore

Continuiamo ad interrogarci su cosa sia l’amore. Non siamo riusciti a darci una risposta convincente; siamo addirittura arrivati a concettualizzare l’idea che ci possa essere un amore malato. Questa idea la dice lunga su come siamo lontani dal darci una risposta convincente. Il suggerimento che ci è venuto dal lavoro dei partecipanti ad un gruppo è l’amore è  un “accadimento” da non confondere con lo pseudo accadimento che è quello dell’innamoramento. Nell’innamoramento quello che accade è quello che dice il buon senso e cioè che si perde la testa. Nel caso dell’amore l’accadimento è una sanzione che fa seguito ad un lungo lavoro.