Impigliati nella rete

Impigliati

La soggettività della nostra epoca è fondata sull’imperativo superegoico “devi godere della vita!” Tutto è messo in atto affinché l’essere umano si adegui sino a condizionarsi ad un mondo in cui bisogna consumare i sempre nuovi bisogni inventati senza tregua.  Quello che prima era stato un corpo produttivo viene ora incitato al consumo, inoltre non sa cosa farsene di soggetti che valorizzano la propria singolarità, si preferisce un soggetto che fluttui tra identità sempre nuove.

La psicanalisi ha al contrario come obbiettivo la riappropriazione da parte del soggetto della sua libertà fuori dagli schemi identificativi precostituiti; la struttura del collettivo è ora senza dubbio molto diversa da quella che aveva incontrato Freud: il legame non si istituisce sul versante dell’amore ideale o verso l’altro, ma verso la condivisione di oggetti di godimento.

Ci si domanda se la psicanalisi, che è stata inventata per rispondere ad un disagio nella civiltà, di un soggetto inserito nella società, sia ancora in grado di rispondere al malessere sempre più diffuso del vivere quotidiano; un vivere che è sempre più immerso nella realtà virtuale di Internet dove si passa velocemente da una identità ad un’altra e la realtà al di qua dello schermo diventa una sola delle possibili realtà …

Non si tratta semplicemente di disturbi patologici della identità, la comunicazione diffusa tramite internet getta una luce nuova sulla condizione stessa della identità individuale. In fondo non fa che confermare quello che lo stesso Freud aveva scoperto a proposito dell’Io:

esso non è altro che un ricettacolo di identificazioni, una funzione di misconoscimento.

La cura degli adolescenti con lo psicodramma

La traduzione di Cure d’adolescents par le psychodrame. Une expérience en banlieue, a distanza di 10 anni dalla sua pubblicazione, ci mostra come in psicoterapia analitica sia sempre di forte attualità l’utilizzo del dispositivo dello psicodramma.

L’opera racconta le esperienze vissute e riportate da un gruppo di giovani seguiti in un centro medico–psico–pedagogico regionale a Parigi e presenta le riflessioni sviluppate dagli autori francesi sulla base sia delle analisi svolte che dei tantissimi anni di pratica.

Le narrazioni proposte dimostrano come soprattutto oggi la pratica dello psicodramma sia di grande ausilio e sostegno a una buona apertura verso una nuova socializzazione, soprattutto quando viene rivolta ai giovani, a volte smarriti in una società in continua trasformazione.

La curatrice ha dedicato a questo tema gran parte dei suoi studi e della sua esperienza clinica, riscoprendo, attraverso le testimonianze, il gioco insito dello psicodramma, lo studio e la ricerca in materia, i nuovi settori e le rinnovate modalità di applicazione, come la messa in scena e il lavoro di gruppo.

A cura della dr.ssa Antonella Minnucci

L’Emozione in psicodramma

L’EMOZIONE IN PSICODRAMMA

Giornata di studio della S.E.P.T. Parigi del 30 marzo 2019

L’emozione è certamente un tema di grande attualità e se “la gioia o il terrore, il riso o il pianto sono il nutrimento della vita” il nostro punto di osservazione è alquanto particolare; cosa avviene delle emozioni nell’ambito dello psicodramma freudiano? E’ dunque questo il tema della giornata di studio che si è tenuta a Parigi alla S.E.P.T.

Una giornate che si avvia con un confronto con le neuroscienze che, ovviamente, ne propongono un punto di osservazione completamente diverso dal nostro. La mattinata di lavoro è stata introdotta dalla corposa relazione di Nathalie Duriez che ha tracciato una storia dello studio delle emozioni in ambito filosofico e scientifico, partendo dai riferimenti greci di Platone, Aristotele, citando Cartesio, Spinoza e Darwin, per arrivare agli attuali studi di Eric R Kandel, Gerald M Edelman, Daniel J Siegel, Antonio Damasio, ed altri rappresentativi autori degli studi più avanzati delle neuroscienze attuali. Dopo l’importante scoperta dei Neuroni a specchio, si sviluppa la teoria della “Regolazione emotiva”, di cui la relatrice ci ha portato un esempio clinico; il presupposto teorico su cui si poggia, è dato dalla possibilità di fare apprendere nuove strategie positive. La mattinata è poi proseguita con la relazione di Marie-Agne Chambert, che, partendo dalla teoria delle pulsioni di Freud, ci ha parlato del valore ancora attuale della psicanalisi; una psicoanalisi che, seguendo Lacan pensa ad un soggetto non riducibile ad una possibile misura, ma unico, frutto dell’incontro del godimento e delle manifestazioni del desiderio. L’inconscio della psicoanalisi non si riferisce ad una memoria sepolta, tantomeno ad una traccia lasciata dall’esperienza, che testimonierebbe della plasticità neuronale¸ ma se Freud e Lacan hanno esplorato queste piste è stato per poter arrivare, attraverso l’esperienza, alla conclusione che l’inconscio che noi incontriamo nella psicoanalisi è la testimonianza di un reale che è proprio di ciascun soggetto, così come lo sono le emozioni.

Il confronto clinico

Se per la mattinata si sono susseguite e confrontate le diverse ipotesi teoriche, il pomeriggio è stato invece dedicato al confronto clinico, analizzando quanto avviene nei gruppi di psicodramma freudiano, i lavori sono stati avviata da Damien Cru, che ha ripercorso la storia de gruppi di formazione e di supervisione partendo dalla propria esperienza, quando lui stesso li frequentava, per la propria formazione, sino ad arrivare ad oggi, dove è presente in funzione di animazione e di osservazione ed assiste alla grande mancanza di emozione ed entusiasmo attuali. Ricordava invece la presenza di regole molto rigide, addirittura date in forma scritta, atte proprio a contenere la grande emotività che il lavoro con il dispositivo dello psicodramma freudiano, sollecitava in tutti i partecipanti. Si sono poi succedute le relazioni di Isabelle De Ricolfis, Claudette Rocaboy e Patrick Vinois, che hanno portato le proprie esperienze, nel lavoro con giovani e adolescenti, alle prese con le proprie emozioni, all’interno dei gruppi di psicodramma freudiano che essi conducono.

Psicodramma e neuroscienze

La giornata di lavoro ci ha messo così di fronte alla grande differenza tra l’approccio clinico delle neuroscienze e quello del dispositivo psicodrammatico, ovviamente per un approccio da posizioni teoriche opposte, ma come è stato fatto notare durante il dibattito, anche per la costituzione stessa dell’approccio clinico: se da un lato c’è stata d’prima una elaborazione teorica e conseguentemente una clinica con un approccio rieducativo, dall’altro partendo da Freud e Lacan, abbiamo una esperienza che nasce dall’incontro, sempre singolare, del godimento e delle manifestazioni del desiderio, di cui ciascun essere parlante racconta la propria esperienza soggettiva.

 La stessa elaborazione teorica alla base dello psicodramma freudiano è prodotta da un incessante incontro tra la clinica ed i sintomi contemporanei. Lo psicodramma si propone allora come una scelta etica in cui non vi sarà paragone a modelli più confacenti o rieducazione affettiva, ma la possibilità di un luogo di parola, di incontro con l’altro vantaggioso e sempre nuovo, che può favorire la possibilità in ciascuno, terapeuti inclusi, di potersi orientare nella vita, a partire dalla logica, che costituisce il modo di essere sempre sintomatico di ciascuno. D’altra parte proprio questo è stato sottolineato dai presenti che aderiscono alla S.E.P.T., intesa come luogo di incontro, i cui membri sottolineano e danno valore ai punti che li accomunano rispetto a quelli che li dividono, ed è proprio questo incontro a produrre innovazione rendendo il dispositivo dello psicodramma freudiano sempre attuale.        

Emozione in psicodramma

Dr.ssa Antonella Minnucci

Programma Formazione SEPT

Segnaliamo il programma della SEPT per la formazione con lo psicodramma freudiano

Inseriamo di seguito la traduzione della dr.ssa Antonella Minnucci:

Impulsività, spontaneità, creatività

La società stigmatizza i giovani per l’eccesso di impulsività, impulsività spesso associata dagli educatori a dei  comportamenti problematici; si teme per questi giovani dei passaggi all’atto. Ci si preoccupa tuttavia per questi e quelli che, troppo riservati,mancano di spontaneità.

Secondo Winnicot, l’impulsività e la spontaneità sono la base della creatività futura del soggetto, al servizio della costruzione del proprio sé

Lo psicodramma della S.E.P.T., che, attraverso la messa in situazione ed il gioco, dona ai partecipanti la possibilità di essere soggetti della propria parola e dei propri atti, può permettere a ciascuno di ritrovare un impulso di creatività

L’emozione

Dalla gioia al terrore, dal riso al pianto, le emozioni sono il nutrimento della vita. Esse partecipano alle fondamenta del nostro IO, colorano le nostre relazioni, si iscrivono nel nostro corpo, si manifestano nei nostri sogni o si trasformano in sintomi quando il conflitto interno non riesce a trovare la sua soluzione.

Così un po’ lasceranno in noi una iscrizione dolorosa che lo psicodramma va a rivelare e permette di riconoscere. La messa in gioco proverà ad esplicitare la posta in gioco della ripetizione e la funzione del sintomo.

Ci proponiamo di osservare il gioco delle emozioni in noi, allo sguardo della filosofia delle neuroscienze e del lavoro psicodrammatico

http://www.asso-sept.org/

Prigionieri della libertà

 

Convegno

PRIGIONIERI DELLA LIBERTA’

 Sabato 17  novembre  2018

dalle ore 8,30 alle 13,30

Presso Seminario via Avogadro n.40, Pesaro

prigionieri della libertà

Mattino:

9,00 Inizio lavori

Padre Mario Amadeo
“Il libero arbitrio”

Giorgio Tonelli
“Prigionieri della libertà”

Silvia Tonelli
“Vorrei ma non posso”

 11,00 Pausa caffè

11,30 Ripresa dei lavori

Antonella Minnucci
“Come ti muovi ti fulmino”

Alice Pari
Genitori a responsabilità zero

Silvia Pantanelli – Avvocato
“La questione penale nel caso del minore”

Dibattito

Chiusura dei lavori ore 13,30

La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti gli interessati
Per informazioni, prenotazioni ed iscrizioni: info@psicodrammaonline.com, oppure 347 2373910
www.psicodrammaonline.com, Facebook: Associazione Giovanni B. Roseo

Un’esperienza con lo psicodramma a scuola

Lo psicodramma a scuola

“Educare”, come affermava Freud, è uno dei mestieri impossibili insieme a “curare” e “governare”

L’Istituto che ha richiesto, da parte nostra, un intervento di tipo psicologico, si è trovato in difficoltà con una classe che sembra essere penalizzata dalla precarietà degli insegnanti.  Alcuni genitori hanno sporto lamentele:  “Gli insegnanti cambiano tutti gli anni;  alcuni di loro, anche durante lo stesso anno scolastico, per vari motivi (ad esempio, una gravidanza).

Non hanno tempo sufficiente per conoscere i ragazzi, le loro difficoltà.

Nella classe sono presenti più allievi che hanno bisogno dell’insegnante di sostegno.  La loro presenza rallenta il lavoro con gli altri allievi”.

Gli insegnanti, dal canto loro, lamentano la totale assenza di regole, negli studenti:  “Sono più piccoli della loro età.  Non stanno seduti, si fanno dispetti, sono sempre pronti a puntarsi il dito contro, giocano durante le ore di lezione, non si accorgono neppure quando entra l’insegnante in classe;  occorre una buona dose di energia per attirare la loro attenzione ogni volta.  Spesso non portano ciò che è necessario per la lezione…..”.

“Nel nostro tempo l’insegnante è sempre più solo” afferma Massimo Recalcati.  E questa solitudine non riflette solo la sua condizione di precariato sociale, ma anche la rottura di un patto generazionale con i genitori.  I genitori, anziché sostenere l’azione educativa della scuola, di fronte al primo ostacolo, preferiscono spianare la strada ai loro figli, togliere gli ostacoli, evitare l’inciampo, per esempio cambiando scuola o insegnanti, insomma recriminando continuamente contro l’Altro (con l’A maiuscola per significare l’Altro della Istituzione) come fanno i loro stessi figli.

Un tempo l’alleanza tra genitori e insegnanti non era mai in discussione con il rischio (a volte) di giustificare derive autoritarie del processo educativo.  Oggi questa alleanza tende a dissolversi.  L’ostacolo della differenza generazionale e dell’insuccesso scolastico viene vissuto solo come una frustrazione da evitare.

Il quesito che si pone sempre più spesso è, ancora una volta, “come costruire una relazione soddisfacente fra Scuola, genitori, allievi?”.

 

Metodologia

 Il lavoro si è svolto nell’arco di un mese e mezzo.

Un incontro preliminare con i genitori degli allievi, uno con gli insegnanti della classe.

Poi, con l’utilizzo dello Psicodramma freudiano, quattro sedute  con i genitori, quattro con gli insegnanti e tre con gli allievi.

La nostra proposta è quella di mettere al lavoro di riflessione “soggetto per soggetto”;  quindi, valorizzando le differenze individuali mettendole in dialettica con il sapere collettivo trasmesso dal sociale.

Lo Psicodramma è un gruppo i cui partecipanti lavorano in modo particolare;  infatti, oltre che parlare, hanno la possibilità di “rappresentare”, cioè, mettere in scena, brani del proprio racconto.

Alla drammatizzazione si dà il nome di gioco che, come sappiamo dall’osservazione dei bambini (e dal fatto di esserlo stati), è una attività molto seria.  Nello psicodramma, il gioco apre a un’altra dimensione rispetto alla realtà pura e semplice.

Il gioco ha sempre delle regole;  costituisce un modo suadente per constatare che, senza regole, c’è il caos .  Lo si può definire un’azione libera, consapevole e al di fuori della vita consueta;  azione che si svolge con ordine, secondo date regole e suscita rapporti sociali.

Il gioco, nello Psicodramma, è un “operatore” in quanto mette in atto, nella forma di finzione, comportamenti diversi, ma sicuramente non improduttivi perché si producono pensieri nuovi grazie al confronto con gli altri.

Quando si gioca si fa “come se”;  si è in un’altra scena e si possono scoprire cose impreviste che il racconto non era riuscito a cogliere.

Il passaggio dal racconto al gioco costituisce lo specifico dello Psicodramma e permette di interrompere le dinamiche di gruppo, cioè l’induzione a ricoprire dei ruoli stereotipati.

Si scelgono fra i componenti del gruppo quelli/o che saranno i partner nella rappresentazione e si gioca.  Ogni volta è un mettersi in gioco in prima persona.

Nello Psicodramma si giocano solo scene avvenute nella realtà della propria storia, episodi del passato o del presente;  non vengono rappresentate fantasie o immaginazioni.  Possono essere rappresentati i sogni in quanto sono una produzione del pensiero del soggetto.

Si potrebbe anche dire che, nel gioco, il soggetto rappresenti un quadro che, molto spesso, illustra la posizione che si trova a occupare nei confronti dell’Altro, la posizione in cui si sente messo dall’Altro, da qualcuno in particolare o dagli altri della sua vita.

Si passa dall’evento vissuto nella realtà a una rappresentazione di esso che, inevitabilmente, non sarà identico a quello vissuto originariamente, soprattutto perché la persona (o le persone)  che sarà scelta per rappresentare ciò che è stato raccontato non è la stessa della realtà.  Si apre, così, la possibilità di riflettere su quanto è accaduto durante la rappresentazione, sia da parte dell’agonista (la persona che ha aperto il discorso), che da parte dell’antagonista (la persona scelta) e anche di quelli che sono stati solo spettatori.

 

Considerazioni sul lavoro svolto

 La classe è stata divisa in due gruppi simili.  Gli allievi erano troppi per formare un solo gruppo di lavoro. In ogni gruppo era presente un insegnante della classe che, tuttavia, non svolgeva la propria funzione, bensì era inserito nel gruppo come partecipante.

Per facilitarli, come normalmente si fa, sono stati proposti tre temi all’inizio di ciascuna seduta:  “Scuola”, “Amicizia”, “Famiglia”.

I genitori e gli insegnanti, invece, sono stati lasciati liberi.

In questi ultimi è presente un conflitto con le famiglie e un sentimento di frustrazione nei confronti degli allievi.  Le famiglie hanno l’impressione che la classe dei loro ragazzi sia un po’ una classe di serie B.  Ci si rimbalzano le responsabilità:  “E’ la Scuola che dovrebbe….”, “Sono i genitori che dovrebbero….”.

Durante il lavoro, non si sono verificate situazioni di impedimento allo svolgersi dello Psicodramma.

Pur essendo partiti da una condizione contrassegnata dalla inibizione, si è prodotto un lavoro di pensiero che ha aperto possibili, nuove visioni della realtà.  In particolare, si è avuta l’impressione che, lo spiazzamento di fronte a certi comportamenti degli allievi, come l’aggressività (attraverso whatsapp, insulti, minacce….), la tendenza all’isolamento, l’eccessiva emotività colta dagli insegnanti, abbiano lasciato uno spazio di curiosità.

Non si tratta di cercare un colpevole da mettere sotto accusa, né di colpevolizzarsi, bensì di intravvedere la possibilità di inventarsi una nuova modalità di relazione con l’altro.

Allora.  Gli allievi hanno avuto modo di constatare che, i compagni, se interpellati, rispondono (un’allieva si è sorpresa quando i compagni chiamati a giocare, sono stati disponibili;  un’altra è riuscita a darsi la possibilità di parlare con un compagno che la prendeva in giro e, così facendo, a stabilire un rapporto amicale…….).

Gli insegnanti stessi hanno colto la disponibilità dei colleghi a mettersi in gioco che è una manifestazione del desiderio di poter fare un buon uso del rapporto con l’altro.  I giochi hanno evidenziato la facilità a scivolare nel posto dell’altro perdendo di vista il proprio.

I genitori hanno colto una occasione di riflessione.  Non esiste la soluzione perfetta, ma esiste la propria soluzione, nuova giorno per giorno, senza pensare che sia definitiva e che sia l’altro a doverti dire come si fa.  Tutto ciò a fronte delle questioni portate nel gruppo:  “I ragazzi non ascoltano;  quando tutto sembra tranquillo e le regole acquisite, ci si rilassa un po’, ma il problema riemerge…….”.

In fondo, si tratta di non opporsi alle critiche che gli insegnanti muovono alle famiglie, le famiglie agli insegnanti, le famiglie e gli insegnanti ai ragazzi, i ragazzi agli adulti, ma di constatare che ciascuno ha le proprie ragioni e solo tenendo conto di questo ci si può inventare una risorsa che porti a un atteggiamento diverso da quello che si è sedimentato e che può rivelarsi più proficuo, nell’interesse di tutti.

La soluzione è sempre nella capacità del soggetto.

 

 

 

Noia e angoscia

NOIA  E ANGOSCIA

noia e angoscia

Una vecchia canzone aveva come ritornello : “tutto il resto è noia” . D’altra parte la noia è l’equivalente dell’angoscia. L’angoscia a sua volta ha la funzione, come ci ha insegnato Freud, di segnalarere all’io che c’è un pericolo dovuto ad una contraddizione. Una seduta  di psicodramma freudiano ci ha mostrato che la madre di tutti i pericoli è l’ostilità o peggio ancora l’odio verso l’altro.

 

Supervisione con Psicodramma Freudiano

Supervisione con Psicodramma freudiano

Riprendono dopo la pausa estiva gli incontri di Supervisione con il dispositivo dello Psicodramma freudiano

Le date previste sono:

sabato 15 settembre,   sabato 27 ottobre e sabato 15 dicembre.    

 

Questi incontri consistono in una applicazione del dispositivo dello psicodramma indirizzato a favorire una elaborazione riguardante l’attività lavorativa dei partecipanti impegnati nel campo delle professioni di aiuto e di cura.

Gli incontri si svolgeranno nella giornata del sabato con tre sedute nella mattina, seguite da una breve discussione, a partire dalla pratica, confrontando i punti di repere teorici.

L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9 e la fine dei lavori è prevista per le ore 14.

A tali gruppi possono partecipare:

a)  operatori sanitari e sociali (medici, psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutte le categorie che, a vario titolo, sono coinvolte in quest’area operativa) con l’intento che, a partire da situazioni lavorative, possano esporre le questioni che si sono a loro presentate nel proprio ruolo professionale ed i risvolti che si connettono alla propria soggettività.

b)  Allievi in formazione di Scuole di Psicoterapia, che desiderino approfondire l’esperienza del gruppo.

c)  Diplomati in Scuole di Psicoterapia, che sentano l’esigenza di approfondire le modalità analitiche di lavoro nel gruppo e nelle istituzioni. (come esperienza preliminare ad un eventuale domanda di formazione per diventare psicodrammatisti.)

     A Tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione all’esperienza di psicodramma.

    Il gruppo sarà condotto e coordinato dal Dott. Giorgio Tonelli e dalla Dott. Antonella Minnucci.

    L’impulso a questa proposta nasce con l’obiettivo di offrire a quanti, nell’ambito di un contesto di formazione permanente, vogliano fare un passaggio significativo attraverso l’utilizzo del dispositivo dello psicodramma freudiano affrontando le questioni come centrate prevalentemente sul rapporto tra il soggetto e il legame sociale che il suo discorso testimonia.

Si tenterà di acceder alle risorse affettive alla creatività personale disponibili nella dimensione inconscia attraverso la pratica dello psicodramma freudiano nei modi e secondo le possibilità di ciascuno

    Gli incontri si terranno presso la sede dell’Associazione, via Cairoli n 39 con il seguente calendario per il corrente anno:

L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9 e la fine dei lavori è prevista per le ore 14.

Per chi non ha mai fatto questa esperienza è previsto un colloquio preliminare

Le richieste di ulteriori informazioni e d’iscrizione (con indicazioni sul proprio iter formativo) vanno inviate al seguente indirizzo di posta elettronica:

associazione.roseo@googlemail.com

 

Presentazione libro “La cura degli adolescenti con lo psicodramma. Un’esperienza di periferia”

    Associazione Giovanni B. Roseo

PER LO STUDIO DELLO PSICODRAMMA FREUDIANO

 

    Con il Patrocinio SEGRETERIA DI STATO ISTRUZIONE E CULTURA

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

La cura degli adolescenti con lo psicodramma

Un’esperienza di periferia

   

Venerdì 27 aprile

ore 16,30

Presso Scuola Media Statale Fonte dell’Ovo
Viale Campo dei Giudei, RSM

Presentano la pubblicazione Laura Gobbi, Disciole Marci,  Elisabeth Mercier Baumaire e Antonella Minnucci

 

Seguirà alle ore 17,30:


L’ESPERIENZA DELLO PSICODRAMMA
IN UNA SCUOLA MEDIA SAMMARINESE

Verrà presentata un’esperienza formativa con lo psicodramma,

svolta in una scuola media, che ha coinvolto insegnanti, allievi e genitori

Interverranno:

Ezio Righi, Dirigente scolastico

Sabrina Bernardi e Silva Cenci, Docenti 

Oriana Ermeti, Antonella Minnucci, Cinzia Picciafuoco, Silvia Tonelli,

Psicologhe dell’Associazione “Giovanni Roseo” per lo studio dello psicodramma

 

La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti gli interessati

Per informazioni, prenotazioni ed iscrizioni:  info@psicodrammaonline.com,  oppure 347 2373910
www.psicodrammaonline.com,    Facebook: Associazione Giovanni B. Roseo

Lo psicodramma con adolescenti

Lo psicodramma con adolescenti.

La cura degli adolescenti con lo psicodramma

Esperienza di periferia

psicodramma con adolescenti

La traduzione di Cure d’adolescents par le psychodrame. Une expérience en banlieue, a distanza di 10 anni dalla sua pubblicazione, ci mostra come in psicoterapia analitica sia sempre di forte attualità l’utilizzo del dispositivo dello psicodramma.

L’opera racconta le esperienze vissute e riportate da un gruppo di giovani seguiti in un centro medico–psico–pedagogico regionale a Parigi. Vengono presentate le riflessioni sviluppate dagli autori francesi sulla base sia delle analisi svolte che dei tantissimi anni di pratica.

Le narrazioni proposte dimostrano come soprattutto oggi la pratica dello psicodramma sia di grande ausilio e sostegno a una buona apertura verso una nuova socializzazione. Questo è valido in particolar modo quando viene rivolta ai giovani, a volte smarriti in una società in continua trasformazione.

La curatrice ha dedicato a questo tema gran parte dei suoi studi e della sua esperienza clinica, riscoprendo, attraverso le testimonianze, il gioco insito dello psicodramma, lo studio e la ricerca in materia, i nuovi settori e le rinnovate modalità di applicazione, come la messa in scena e il lavoro di gruppo.

 

Prefazione di Luciana La Stella

Traduzione di Antonella Minnucci

 

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825510508&s=806213&e=106

Supervisione con psicodramma freudiano

Supervisione con psicodramma freudiano

Sono ripresi, dopo un periodo di sospensione, i gruppi di Supervisione con psicodramma freudiano.

Questi consistono in una applicazione del dispositivo dello psicodramma indirizzato a favorire una elaborazione riguardante l’attività lavorativa dei partecipanti impegnati nel campo delle professioni di aiuto e di cura.

Gli incontri si svolgeranno nella giornata del sabato con tre sedute nella mattina, seguite da una breve discussione, a partire dalla pratica, confrontando i punti di reperii teorici.

A tali gruppi possono partecipare:

a)  operatori sanitari e sociali (medici, psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutte le categorie che, a vario titolo, sono coinvolti in quest’area operativa) con l’intento che, a partire da situazioni lavorative, possano esporre le questioni che si sono a loro presentate nel proprio ruolo professionale ed i risvolti che si connettono alla propria soggettività.

b)  Allievi in formazione di Scuole di Psicoterapia, che desiderino approfondire l’esperienza del gruppo.

c)  Diplomati in Scuole di Psicoterapia, che sentano l’esigenza di approfondire le modalità analitiche di lavoro nel gruppo e nelle istituzioni. (come esperienza preliminare ad un eventuale domanda di formazione per diventare psicodrammatisti.)

     A Tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione all’esperienza di psicodramma.

    Il gruppo sarà condotto e coordinato dal Dott. Giorgio Tonelli e dalla Dott. Antonella Minnucci.

    L’impulso a questa proposta nasce con l’obiettivo di offrire a quanti, nell’ambito di un contesto di formazione permanente, vogliano fare un passaggio significativo attraverso l’utilizzo del dispositivo dello psicodramma freudiano affrontando le questioni come centrate prevalentemente sul rapporto tra il soggetto e il legame sociale che il suo discorso testimonia.

Si tenterà di acceder alle risorse affettive alla creatività personale disponibili nella dimensione inconscia attraverso la pratica dello psicodramma freudiano nei modi e secondo le possibilità di ciascuno

    Gli incontri si terranno presso la sede dell’Associazione, via Cairoli n 39 con il seguente calendario per il corrente anno:

L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9 e la fine dei lavori è prevista per le ore 14.

Per chi non ha mai fatto questa esperienza è previsto un colloquio preliminare

Le richieste di ulteriori informazioni e d’iscrizione (con indicazioni sul proprio iter formativo) vanno inviate al seguente indirizzo di posta elettronica:

associazione.roseo@googlemail.com