Nevrosi ossessiva ed isterica nel rapporto con l’altro

Nevrosi ossessiva ed isterica nel rapporto con l’altro

Nevrosi ossessiva ed isterica nel rapporto con l'altro

Ecco un tipico circolo vizioso caratteristico della condizione umana, vale a dire della nevrosi. L’aspirazione insopprimibile per l’uomo è quella di autorizzarsi ad avere un rapporto alla pari con gli altri. Questo è reso impossibile dalla nevrosi che induce a pensare all’altro come ad un nemico da cui difendersi piuttosto che un possibile socio con il quale fare affari con vantaggio reciproco. Il circolo vizioso diventa,  nella nevrosi ossessiva, di questo tipo: se l’altro è un nemico mi difendo opponendomi.Sul versante della nevrosi isterica rispetto all’altro fingo di essere amico, per poi pugnalarlo alla prima occasione. In entrambi i casi si tratta di mantenere intatta una non amicizia verso l’altro.

l’altro come oggetto

l’altro come oggetto

l'altro come oggetto
Vi è un interrogativo che spesso si presenta nel lavoro dei pazienti in gruppo. Esso è conseguenza della constatazione che il rapporto con l’altro non è fonte di beneficio ma di malessere.
Può prendere l’aspetto: “Dipende da me o dall’altro?” oppure : “Devo rassegnarmi al sentimento della solitudine o sto commettendo un errore intorno al quale non ho consapevolezza?”.
L’errore dipende dal fatto che si crede di avere a che fare con un altro mentre, in realtà, si vorrebbe avere a che fare con l’altro come oggetto.

l’altro come oggetto

Dire no all’altro

Dire no all’altro

dire no all'altro

La questione del sacro e di conseguenza la questione del sacrilegio  è purtroppo di grande attualità.
La stessa problematica è rintracciabile nella vita “privata” di ciascuno di noi; come ci ha dimostrato una recente seduta. Questa ha permesso ai partecipanti di verificare che quello che è sacro per uno è del tutto indifferente per un altro, di conseguenza non si rischia per fortuna di tagliare la testa a chi la pensa diversamente da te. Quello che si rischia è comunque di dire drasticamente no al legame con l’altro.

Il rapporto sessuale non esiste

Il rapporto sessuale non esiste

il rapporto sessuale non esiste

E’ frequente che delle donne che si scambiano confidenze tra  loro riguardo la propria vita sessuale finiscano per consolarsi nel ritrovarsi in una conclusione comune.
La conclusione consolatoria è: meglio chiudere con la sessualità.
Sono forse, a modo loro, tutte lacaniane? Vale a dire se non c’è rapporto sessuale tanto vale rinunciare all’amore prima possibile.

Il rapporto sessuale non esiste

Il rapporto con “Il padre”

Il rapporto con “Il padre”

Un padre

Il fatto che per la donna si tratti di passare dal legame con la madre al legame con un uomo, mentre per l’uomo si tratta di passare dalla madre alla donna è osservazione di Freud. In ogni caso sia per l’uomo che per la donna è indispensabile il rapporto con “Il padre”.

Domanda di aiuto

Domanda di aiuto

domanda di aiuto

L’inibizione insieme al sintomo ed all’angoscia è ciò che spinge a fare una domanda di aiuto. Spesso l’inibizione si accompagna al sentimento di non avere diritto. Grazie ad  una seduta recente abbiamo avuto occasione di toccare con mano che una modalità di non avere diritto è sottesa dalla tendenza a non indirizzarsi all’interlocutore giusto ma ad un suo sostituto.
Vale il detto “Si parla a nuora perché suocera intenda” ….In effetti si tratta della propria madre….

Domanda di aiuto

 

Un padre

Un padre

Un padre

Prendiamo spunto da due sogni portati in un gruppo ed avvicinati dallo stesso autore per questi particolari: nel primo egli abbraccia con piacere il figlio, nel secondo sogno abbraccia, sempre con piacere, il padre. È la dimostrazione della confusione tra padre e figlio. Si dimentica che anche il padre è stato prima di tutto figlio.
La condizione umana è quella di essere figli. Questo dovrebbe comportare di pensare alla paternità o anche alla maternità come eventi che possono capitare nel corso della vita, ma guai a credersi Un Padre o Una Madre. Ne deriva la difficoltà ad avere rapporto tra uomo e donna. Credo che basta guardarsi intorno per constatare che spesso è così.

Un padre

Un padre

Un padre

Si constata che “un” padre, cioè colui che ci è capitato di avere nella vita, è sempre deludente rispetto ad un ideale di padre.
Ancora più deludente se la funzione di padre, intesa come quella di colui che impone un limite ai nostri desideri, è svolta dalla madre.
Ciò vale sia per il figlio che per la figlia. Vale a dire per l’uomo e per la donna.
Questo ideale è stato chiamato da Freud SuperIo definendolo come “alterazione dell’Io”; la conseguenza è la insoddisfazione di fondo nei rapporti amorosi ed erotici tra uomo e donna. Nella attualità si riscontra un tentativo di uscire dalla insoddisfazione con l’espandersi di perversione e psicosi.
Esiste però una alternativa a questa deriva….

Padre

Padre

padre

Prima di chiedersi “A cosa serve un padre?” dovremmo distinguere un padre da il padre. Da Lacan abbiamo imparato che la psicosi si scatena proprio quando si incontra un padre.
Questo ci dà occasione per distinguere l’incontro dall’appuntamento; il rischio è che se si cerca l’incontro è facile arrivare allo scontro.

Autorizzarsi

Autorizzarsi

Autorizzarsi

Da una seduta recente, si è evidenziato che la confusione declinata nevroticamente “Ma il mio disagio dipende da me o dall’altro?”, “ Non voglio essere come mia madre” o “Non voglio essere come mio padre” non può che essere senza via di uscita.
Per uscire da questo empasse è necessario ricorrere ad una seduta recente in cui si è evidenziato che la confusione declinata nevroticamente “Ma il mio disagio dipende da me o dall’altro?”, “ Non voglio essere come mia madre” o “Non voglio essere come mio padre” non può che essere senza via di uscita.
Per uscire da questo empasse è necessario ricorrere ad un autorizzarsi, riconoscere e privilegiare i propri desideri.