Lo psicodramma freudiano un dispositivo duttile, alla prova del disagio contemporaneo

Come ci ricorda G. Tonelli, lo possiamo definire così, perché è uno strumento malleabile, come “…. alcuni metalli che possono essere lavorati sino a ridursi a filamenti o lamine sottili, ma in senso figurato riferiti a persone, duttilità significa adattabile nei limiti della dignità e ragionevolezza ….” (in Lo psicodramma) 

La scelta di questo tema è stata fatta nella direzione di un confronto rispetto alla pratica dello psicodramma che in questi due lunghi anni ci ha visti distanti a seguito dell’emergenza sanitaria e della pandemia, ed in particolare ricordiamo anche che ancor più isolati sono stati i giovani psicodrammatisti che si sono formati a suo tempo al Centro P. Lemoine di Palermo, Macerata e Pesaro e che hanno mantenuto fortissimo il loro desiderio di operare con lo psicodramma.  

Pensare di rivederci per confrontarci su quelli che cono stati i progetti avviati a partire dal proprio desiderio e della personale capacità inventiva, ci è parso un buon inizio per stimolare ed incoraggiare una ripartenza post pandemia e sostenere in maniera progettuale chi crede ed ha creduto in questo dispositivo. 

L’organizzazione della giornata vedrà allora tre tavole rotonde nella mattinata a partire dalle ore 9: 

  • la prima più prettamente dedicata alle applicazioni nella pratica clinica; con una attenzione particolare sull’avviamento di gruppi terapeutici in ambito istituzionale e privato e sulle pratiche correlate a questa prassi. 
  • la seconda che avrà per oggetto le applicazioni dello psicodramma alle tematiche della formazione; quindi, utilizzabilità dello psicodramma negli ambiti formativi e istituzionali, (sanitario, scolastico e produttivo, ecc.). Come e se questo si concilia con la nostra pratica e quali sono stati i progetti presentati presso gli enti competenti. 
  • la terza che approfondirà l’applicabilità dello psicodramma, con una attenzione alla sensibilizzazione e agli interventi nel sociale. Porremo al centro il non sempre facile rapporto con la formazione in abito istituzionale, come e se questo si concilia con la nostra pratica e quali sono stati i progetti già presentati dai nostri psicodrammatisti. 

Al termine della mattinata di lavoro prima della pausa pranzo alle 13,30, vorremmo lasciare uno spazio per riprendere il confronto sul tema della possibile costituzione di un rapporto più “istituzionale” tra gli psicodrammatisti italiani, tra di loro e con la SEPT. 

Alle 14,30 i lavori riprenderanno con la possibilità di partecipare a dei gruppi di Psicodramma di Secondo livello e o di Supervisione che saranno particolarmente rivolti a chi si è formato con la SEPT. 

Sono previsti anche gruppi di psicodramma di sensibilizzazione per chi vuole avvicinarsi a questa pratica. Naturalmente al fine di poter organizzare i lavori è necessario inviare domanda scritta ai seguenti indirizzi: 

antonella.minnucci@hotmail.it oppure associazione.roseo@googlemail.com   

Alle 17,30 ci sarà la presentazione al pubblico del testo Lo Psicodramma.  

La sede sarà Biblioteca Comunale L. Braille Piazza Europa n 16 (Baia Flaminia) Pesaro

Condoglianze

Cinzia ci ha lasciati. Dopo una malattia che da tempo l’aveva colpita, privandoci dell’incontro in presenza, negli ultimi giorni la situazione è precipitata. L’eco di questo evento si è diffusa rapidamente tra le persone che l’hanno potuta incontrare, che hanno potuto fare con lei una parte del loro cammino nell’esperienza lavorativa-associativa apprezzando il suo tratto unico, il suo modo singolarissimo di fare posto all’altro, di accoglierlo come soggetto.  

Questo suo stile l’ha portata ad essere riconosciuta e stimata sia nella sua pratica lavorativa che nel privato. I lunghi anni di lavoro in cui abbiamo condiviso la pratica dello psicodramma, e che ci hanno portato in situazioni non sempre facili, sono stati sempre accompagnati dalla carezza del suo sorriso e resi più leggeri dalle sue parole di aiuto e conforto sempre presenti.

Anche gli amici della SEPT di Parigi la ricordano con affetto e si uniscono al cordoglio per la sua perdita.

Cinzia è sempre stata dal lato dello scarto fecondo, dal lato della posizione dell’analista come incarnazione dell’oggetto causa di desiderio. Questa radicalità le era straordinariamente congeniale ed i suoi effetti si sono irradiati in coloro che si sono confrontati con lei, o che più semplicemente l’hanno potuta incontrare, rimanendo colpiti da questo suo stile così prossimo all’atto analitico.

E’ stato toccante vedere i tanti messaggi di cordoglio arrivati appena si è diffusa la notizia della sua scomparsa. E’ questa l’eredità inestimabile che Cinzia lascia alla nostra Associazione: quest’atmosfera unica che ha saputo creare e coltivare nel tempo trasmettendola a tutti noi. Atmosfera che è contagiosa nella buona maniera, che si trasmette, che lascia il segno e porterà sempre il ricordo di Cinzia.

Per l’amicizia e l’insegnamento che ho avuto l’onore di ricevere e condividere con lei, e a nome dell’Associazione che qui rappresento, porto a Cinzia l’estremo saluto, e alla sua famiglia e a tutti i colleghi e persone che la hanno amata e la amano il mio più sentito abbraccio.

Il Presidente Antonella Minnucci e tutti i soci dell’Associazione Roseo

Lo psicodramma a scuola

Psicodramma freudiano come strumento di ri-socializzazione per i ragazzi

Le particolari e necessarie contingenze restrittive attuate in tempo di pandemia hanno procurato nei ragazzi, in modo ormai evidente ed innegabile, situazioni di disagio psicologico e sociale.

Il momento della scuola e del contatto con i compagni di classe rappresenta una delle esperienze che definiscono un adolescente dal punto di vista dell’identità sociale.

Il distanziamento e la prolungata mancanza di contatto fisico con gli amici e con il luogo fisico della classe hanno portato i ragazzi a sentirsi isolati, demotivati, ansiosi, depressi; spesso essi cercano di sconfiggere la noia e la mancanza di relazioni sociali rifugiandosi dietro a uno schermo accentuando così sempre di più il proprio ritiro dal vivere sociale, fino a giungere a veri e propri fenomeni di isolamento, ad atti di ritiro sociale, rifiuto ad uscire per incontrare i pari, appiattimento affettivo.

La pandemia ha generato un trauma individuale e collettivo incalcolabile, ha distrutto i riferimenti a cui i ragazzi tendono: il tempo, lo spazio, la routine quotidiana. Si osservano come conseguenze disagio disorientante, angoscia di intrusione e di morte, e per alcuni anche induzione di comportamenti di difesa e protezione dall’altro che personifica il male.

Il protrarsi della DAD ha anche provocato disinteresse e portato sovraccarico emotivo, malinconia, stress, noia, disturbi d’ansia, comportamenti autolesivi, abbandono scolastico, aumento dell’ideazione suicidaria e passaggi all’atto.

È essenziale a questo punto promuovere un lavoro psicologico che miri alla reintroduzione della presenza fisica perchè l’educazione passa attraverso l’esistenza di un altro. È mancata la funzione fondamentale dell’interazione in classe e dell’insegnante che con la sua presenza trasmettesse un sapere vivo innescando un trasporto libidico, un transfert, una capacità di appassionare e di suscitare un desiderio di sapere che non si limitasse all’inserimento di informazioni ma che fosse capace di aprire vuoti. E il desiderio, dice Lacan, nasce sempre dal desiderio dell’altro.

I ragazzi hanno un vitale bisogno di legami per crescere, di essere riconosciuti dallo sguardo e dalla presenza dell’altro; privati della relazione è mancato loro un rispecchiamento emotivo poiché è nel “corpo a corpo” con l’altro che il soggetto coglie la sua posizione.

In Psicologia delle masse e analisi dell’Io Freud scrive: “Nella vita psichica del singolo l’altro è regolarmente presente come modello, come oggetto, come soccorritore, come nemico, e pertanto in quest’accezione più ampia ma indiscutibilmente legittima, la psicologia individuale è al tempo stesso, fin dall’inizio, psicologia sociale. Il rapporto che il singolo istituisce con i suoi genitori e fratelli, con il suo oggetto d’amore, con il suo maestro e con il suo medico, ossia tutte le relazioni divenute oggetto precipuo della ricerca psicoanalitica, possono venire legittimamente considerate alla stregua di fenomeni sociali”.

I ragazzi hanno dunque bisogno di un corpo, di una vicinanza, anche da rifiutare per separarsene; la mancanza di questa vicinanza ha creato un disorientamento simbolico.

È ora necessario intervenire con progetti di ri-socializzazione che possano reintrodurli all’abitudine della presenza che hanno smarrito, così come sono stati smarrite, congelate, alcune delle loro competenze sociali e relazionali.

Perchè lo psicodramma a scuola?

Lo Psicodramma è un dispositivo che si svolge in gruppo ed utilizza il “Gioco”, la rappresentazione, oltre che la parola, come elemento specifico di lavoro. La sua finalità è quella di mettere in luce i meccanismi che, all’interno delle relazioni, creano difficoltà nella comunicazione e rendono più difficoltoso lo svolgimento del proprio compito.

Ognuno può portare alla discussione comune una situazione particolarmente significativa su problemi di apprendimento e/o comportamento rilevati.

Lo psicodrammatista non si pone come colui che spiega, che assume la posizione dell’esperto o di colui che sa “come si fa”, come può fare il medico che rintraccia le cause delle patologie e porta la soluzione a problemi.

L’azione prende l’avvio da un ascolto che sollecita il soggetto a porsi degli interrogativi, ad aprire nuovi scenari e nuove possibilità, affinché si rimetta in moto il desiderio.

La caratteristica del “gioco psicodrammatico” consiste nel fatto che la rappresentazione (sotto forma di gioco, appunto) degli eventi vissuti, permette di evidenziare degli scarti, delle differenze rispetto all’evento reale.  La valorizzazione di queste differenze apre nuove prospettive di interpretazione e di lettura su quanto accaduto.  Lo psicodramma si pone come un dispositivo molto felice per cogliere le dinamiche interne fra pulsioni, desideri ed emozioni.

Agli studenti:

– consente di giocare a “mettere in scena” le situazioni di conflitto, in un momento della loro vita in cui le parole non possono ancora tradurre adeguatamente il mondo interiore;

– permette di prendere distanza dalle proprie emozioni e di mettervi ordine;

– attraverso l’immedesimazione e l’identificazione in ruoli diversi, favorisce un graduale decentramento e un’apertura ai processi di apprendimento.

Agli insegnanti:

– consente un ascolto più attento attraverso le risorse di lettura e di intervento messe in opera inconsapevolmente;

– permette di far emergere i meccanismi che, all’interno delle relazioni, producono difficoltà nella comunicazione e nello scambio;

– facilita il rapporto con le famiglie;

– suggerisce come affrontare l’impasse incontrata, quali strategie mettere in atto sul piano didattico ed educativo.

Ai genitori:

-permette una riflessione ed un confronto sulle difficoltà incontrate nel rapporto con i figli;

-permette di comprendere, attraverso il cambio di posto, la posizione dell’altro, per trovare nuovi accordi;

-consente di chiarire il valore del proprio apporto nella relazione con l’adolescente.

Lo psicodramma a scuola

Sostegno psicologico Covid19

Sostegno psicologico Covid19

Carissimi,
l’Italia è sottoposta a ordinanze, via via più restrittive, per contenere il contagio e la diffusione del #coronavirus.
Molti di noi vivono e lavorano in zone in cui è pressoché impossibile muoversi ed è difficile o impedito il riunirsi anche in piccole comunità.
Come Associazione Giovanni B. Roseo ci siamo mobilitati per cercare nuove forme per potere ribadire la nostra disponibilità ad ascoltare sia semplici cittadini che operatori particolarmente esposti a situazioni contingenti e stressanti.
A tale fine segnaliamo i nominativi dei nostri soci (psicologi e psicoterapeuti) e le rispettive fasce orarie durante le quali potrete contattarli telefonicamente.

Antonella Minnucci 347 2373910 – da lunedì a domenica 9:00-12:00
Oriana Ermeti 347 3185167 – da lunedì a sabato 10:00-12:00 – mercoledì 17:00-19:00
Silvia Tonelli 338 3099148 – martedì -giovedì -sabato 10:00-12:00 – venerdì 14:00 – 17:00
Cinzia Picciafuoco 340 9023728 – mercoledì 10:00-12:00 – venerdì e sabato 17:00-19:30
Laura Neri 333 5769885 – giovedì 10:00-12:00
Mariella Cavicchioli 339 8257190 – giovedì 16:00-18:00
Lorena Echino 339 1488487 – giovedì 17:00-19:00
Alice Pari 328 2427766 – venerdì 10:00-12:00
Andrea De Leo 347 2479206 – venerdì e sabato 17:00-19:00

Dignità. Oggi

In questo convegno si lascerà sullo sfondo la parola dignità in senso astratto per mettere in primo piano i sostantivi degno e non degno. Freud ha considerato persone degne i suoi pazienti ed ha riconosciuto che è la psicopatologia a rendere indegni gli uomini. Freud suppose che ogni essere umano fosse potenzialmente in grado di acquisire o ri-acquisire le risorse per dare una direzione alla sua vita; vedremo come e tale direzione comporta sempre l’assunzione della responsabilità di fare una scelta.

Dignità

Impigliati nella rete

Impigliati

La soggettività della nostra epoca è fondata sull’imperativo superegoico “devi godere della vita!” Tutto è messo in atto affinché l’essere umano si adegui sino a condizionarsi ad un mondo in cui bisogna consumare i sempre nuovi bisogni inventati senza tregua.  Quello che prima era stato un corpo produttivo viene ora incitato al consumo, inoltre non sa cosa farsene di soggetti che valorizzano la propria singolarità, si preferisce un soggetto che fluttui tra identità sempre nuove.

La psicanalisi ha al contrario come obbiettivo la riappropriazione da parte del soggetto della sua libertà fuori dagli schemi identificativi precostituiti; la struttura del collettivo è ora senza dubbio molto diversa da quella che aveva incontrato Freud: il legame non si istituisce sul versante dell’amore ideale o verso l’altro, ma verso la condivisione di oggetti di godimento.

Ci si domanda se la psicanalisi, che è stata inventata per rispondere ad un disagio nella civiltà, di un soggetto inserito nella società, sia ancora in grado di rispondere al malessere sempre più diffuso del vivere quotidiano; un vivere che è sempre più immerso nella realtà virtuale di Internet dove si passa velocemente da una identità ad un’altra e la realtà al di qua dello schermo diventa una sola delle possibili realtà …

Non si tratta semplicemente di disturbi patologici della identità, la comunicazione diffusa tramite internet getta una luce nuova sulla condizione stessa della identità individuale. In fondo non fa che confermare quello che lo stesso Freud aveva scoperto a proposito dell’Io:

esso non è altro che un ricettacolo di identificazioni, una funzione di misconoscimento.

L’Emozione in psicodramma

L’EMOZIONE IN PSICODRAMMA

Giornata di studio della S.E.P.T. Parigi del 30 marzo 2019

L’emozione è certamente un tema di grande attualità e se “la gioia o il terrore, il riso o il pianto sono il nutrimento della vita” il nostro punto di osservazione è alquanto particolare; cosa avviene delle emozioni nell’ambito dello psicodramma freudiano? E’ dunque questo il tema della giornata di studio che si è tenuta a Parigi alla S.E.P.T.

Una giornate che si avvia con un confronto con le neuroscienze che, ovviamente, ne propongono un punto di osservazione completamente diverso dal nostro. La mattinata di lavoro è stata introdotta dalla corposa relazione di Nathalie Duriez che ha tracciato una storia dello studio delle emozioni in ambito filosofico e scientifico, partendo dai riferimenti greci di Platone, Aristotele, citando Cartesio, Spinoza e Darwin, per arrivare agli attuali studi di Eric R Kandel, Gerald M Edelman, Daniel J Siegel, Antonio Damasio, ed altri rappresentativi autori degli studi più avanzati delle neuroscienze attuali. Dopo l’importante scoperta dei Neuroni a specchio, si sviluppa la teoria della “Regolazione emotiva”, di cui la relatrice ci ha portato un esempio clinico; il presupposto teorico su cui si poggia, è dato dalla possibilità di fare apprendere nuove strategie positive. La mattinata è poi proseguita con la relazione di Marie-Agne Chambert, che, partendo dalla teoria delle pulsioni di Freud, ci ha parlato del valore ancora attuale della psicanalisi; una psicoanalisi che, seguendo Lacan pensa ad un soggetto non riducibile ad una possibile misura, ma unico, frutto dell’incontro del godimento e delle manifestazioni del desiderio. L’inconscio della psicoanalisi non si riferisce ad una memoria sepolta, tantomeno ad una traccia lasciata dall’esperienza, che testimonierebbe della plasticità neuronale¸ ma se Freud e Lacan hanno esplorato queste piste è stato per poter arrivare, attraverso l’esperienza, alla conclusione che l’inconscio che noi incontriamo nella psicoanalisi è la testimonianza di un reale che è proprio di ciascun soggetto, così come lo sono le emozioni.

Il confronto clinico

Se per la mattinata si sono susseguite e confrontate le diverse ipotesi teoriche, il pomeriggio è stato invece dedicato al confronto clinico, analizzando quanto avviene nei gruppi di psicodramma freudiano, i lavori sono stati avviata da Damien Cru, che ha ripercorso la storia de gruppi di formazione e di supervisione partendo dalla propria esperienza, quando lui stesso li frequentava, per la propria formazione, sino ad arrivare ad oggi, dove è presente in funzione di animazione e di osservazione ed assiste alla grande mancanza di emozione ed entusiasmo attuali. Ricordava invece la presenza di regole molto rigide, addirittura date in forma scritta, atte proprio a contenere la grande emotività che il lavoro con il dispositivo dello psicodramma freudiano, sollecitava in tutti i partecipanti. Si sono poi succedute le relazioni di Isabelle De Ricolfis, Claudette Rocaboy e Patrick Vinois, che hanno portato le proprie esperienze, nel lavoro con giovani e adolescenti, alle prese con le proprie emozioni, all’interno dei gruppi di psicodramma freudiano che essi conducono.

Psicodramma e neuroscienze

La giornata di lavoro ci ha messo così di fronte alla grande differenza tra l’approccio clinico delle neuroscienze e quello del dispositivo psicodrammatico, ovviamente per un approccio da posizioni teoriche opposte, ma come è stato fatto notare durante il dibattito, anche per la costituzione stessa dell’approccio clinico: se da un lato c’è stata d’prima una elaborazione teorica e conseguentemente una clinica con un approccio rieducativo, dall’altro partendo da Freud e Lacan, abbiamo una esperienza che nasce dall’incontro, sempre singolare, del godimento e delle manifestazioni del desiderio, di cui ciascun essere parlante racconta la propria esperienza soggettiva.

 La stessa elaborazione teorica alla base dello psicodramma freudiano è prodotta da un incessante incontro tra la clinica ed i sintomi contemporanei. Lo psicodramma si propone allora come una scelta etica in cui non vi sarà paragone a modelli più confacenti o rieducazione affettiva, ma la possibilità di un luogo di parola, di incontro con l’altro vantaggioso e sempre nuovo, che può favorire la possibilità in ciascuno, terapeuti inclusi, di potersi orientare nella vita, a partire dalla logica, che costituisce il modo di essere sempre sintomatico di ciascuno. D’altra parte proprio questo è stato sottolineato dai presenti che aderiscono alla S.E.P.T., intesa come luogo di incontro, i cui membri sottolineano e danno valore ai punti che li accomunano rispetto a quelli che li dividono, ed è proprio questo incontro a produrre innovazione rendendo il dispositivo dello psicodramma freudiano sempre attuale.        

Emozione in psicodramma

Dr.ssa Antonella Minnucci

Programma Formazione SEPT

Segnaliamo il programma della SEPT per la formazione con lo psicodramma freudiano

Inseriamo di seguito la traduzione della dr.ssa Antonella Minnucci:

Impulsività, spontaneità, creatività

La società stigmatizza i giovani per l’eccesso di impulsività, impulsività spesso associata dagli educatori a dei  comportamenti problematici; si teme per questi giovani dei passaggi all’atto. Ci si preoccupa tuttavia per questi e quelli che, troppo riservati,mancano di spontaneità.

Secondo Winnicot, l’impulsività e la spontaneità sono la base della creatività futura del soggetto, al servizio della costruzione del proprio sé

Lo psicodramma della S.E.P.T., che, attraverso la messa in situazione ed il gioco, dona ai partecipanti la possibilità di essere soggetti della propria parola e dei propri atti, può permettere a ciascuno di ritrovare un impulso di creatività

L’emozione

Dalla gioia al terrore, dal riso al pianto, le emozioni sono il nutrimento della vita. Esse partecipano alle fondamenta del nostro IO, colorano le nostre relazioni, si iscrivono nel nostro corpo, si manifestano nei nostri sogni o si trasformano in sintomi quando il conflitto interno non riesce a trovare la sua soluzione.

Così un po’ lasceranno in noi una iscrizione dolorosa che lo psicodramma va a rivelare e permette di riconoscere. La messa in gioco proverà ad esplicitare la posta in gioco della ripetizione e la funzione del sintomo.

Ci proponiamo di osservare il gioco delle emozioni in noi, allo sguardo della filosofia delle neuroscienze e del lavoro psicodrammatico

http://www.asso-sept.org/

Supervisione con Psicodramma Freudiano

Supervisione con Psicodramma freudiano

Riprendono dopo la pausa estiva gli incontri di Supervisione con il dispositivo dello Psicodramma freudiano

Le date previste sono:

sabato 15 settembre,   sabato 27 ottobre e sabato 15 dicembre.    

 

Questi incontri consistono in una applicazione del dispositivo dello psicodramma indirizzato a favorire una elaborazione riguardante l’attività lavorativa dei partecipanti impegnati nel campo delle professioni di aiuto e di cura.

Gli incontri si svolgeranno nella giornata del sabato con tre sedute nella mattina, seguite da una breve discussione, a partire dalla pratica, confrontando i punti di repere teorici.

L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9 e la fine dei lavori è prevista per le ore 14.

A tali gruppi possono partecipare:

a)  operatori sanitari e sociali (medici, psicologi, assistenti sociali, terapisti della riabilitazione, educatori professionali e tutte le categorie che, a vario titolo, sono coinvolte in quest’area operativa) con l’intento che, a partire da situazioni lavorative, possano esporre le questioni che si sono a loro presentate nel proprio ruolo professionale ed i risvolti che si connettono alla propria soggettività.

b)  Allievi in formazione di Scuole di Psicoterapia, che desiderino approfondire l’esperienza del gruppo.

c)  Diplomati in Scuole di Psicoterapia, che sentano l’esigenza di approfondire le modalità analitiche di lavoro nel gruppo e nelle istituzioni. (come esperienza preliminare ad un eventuale domanda di formazione per diventare psicodrammatisti.)

     A Tutti i partecipanti sarà rilasciato un attestato di partecipazione all’esperienza di psicodramma.

    Il gruppo sarà condotto e coordinato dal Dott. Giorgio Tonelli e dalla Dott. Antonella Minnucci.

    L’impulso a questa proposta nasce con l’obiettivo di offrire a quanti, nell’ambito di un contesto di formazione permanente, vogliano fare un passaggio significativo attraverso l’utilizzo del dispositivo dello psicodramma freudiano affrontando le questioni come centrate prevalentemente sul rapporto tra il soggetto e il legame sociale che il suo discorso testimonia.

Si tenterà di acceder alle risorse affettive alla creatività personale disponibili nella dimensione inconscia attraverso la pratica dello psicodramma freudiano nei modi e secondo le possibilità di ciascuno

    Gli incontri si terranno presso la sede dell’Associazione, via Cairoli n 39 con il seguente calendario per il corrente anno:

L’inizio dei lavori è previsto per le ore 9 e la fine dei lavori è prevista per le ore 14.

Per chi non ha mai fatto questa esperienza è previsto un colloquio preliminare

Le richieste di ulteriori informazioni e d’iscrizione (con indicazioni sul proprio iter formativo) vanno inviate al seguente indirizzo di posta elettronica:

associazione.roseo@googlemail.com

 

Presentazione libro “La cura degli adolescenti con lo psicodramma. Un’esperienza di periferia”

    Associazione Giovanni B. Roseo

PER LO STUDIO DELLO PSICODRAMMA FREUDIANO

 

    Con il Patrocinio SEGRETERIA DI STATO ISTRUZIONE E CULTURA

 

PRESENTAZIONE DEL LIBRO

La cura degli adolescenti con lo psicodramma

Un’esperienza di periferia

   

Venerdì 27 aprile

ore 16,30

Presso Scuola Media Statale Fonte dell’Ovo
Viale Campo dei Giudei, RSM

Presentano la pubblicazione Laura Gobbi, Disciole Marci,  Elisabeth Mercier Baumaire e Antonella Minnucci

 

Seguirà alle ore 17,30:


L’ESPERIENZA DELLO PSICODRAMMA
IN UNA SCUOLA MEDIA SAMMARINESE

Verrà presentata un’esperienza formativa con lo psicodramma,

svolta in una scuola media, che ha coinvolto insegnanti, allievi e genitori

Interverranno:

Ezio Righi, Dirigente scolastico

Sabrina Bernardi e Silva Cenci, Docenti 

Oriana Ermeti, Antonella Minnucci, Cinzia Picciafuoco, Silvia Tonelli,

Psicologhe dell’Associazione “Giovanni Roseo” per lo studio dello psicodramma

 

La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti gli interessati

Per informazioni, prenotazioni ed iscrizioni:  info@psicodrammaonline.com,  oppure 347 2373910
www.psicodrammaonline.com,    Facebook: Associazione Giovanni B. Roseo

Lo psicodramma con adolescenti

Lo psicodramma con adolescenti.

La cura degli adolescenti con lo psicodramma

Esperienza di periferia

psicodramma con adolescenti

La traduzione di Cure d’adolescents par le psychodrame. Une expérience en banlieue, a distanza di 10 anni dalla sua pubblicazione, ci mostra come in psicoterapia analitica sia sempre di forte attualità l’utilizzo del dispositivo dello psicodramma.

L’opera racconta le esperienze vissute e riportate da un gruppo di giovani seguiti in un centro medico–psico–pedagogico regionale a Parigi. Vengono presentate le riflessioni sviluppate dagli autori francesi sulla base sia delle analisi svolte che dei tantissimi anni di pratica.

Le narrazioni proposte dimostrano come soprattutto oggi la pratica dello psicodramma sia di grande ausilio e sostegno a una buona apertura verso una nuova socializzazione. Questo è valido in particolar modo quando viene rivolta ai giovani, a volte smarriti in una società in continua trasformazione.

La curatrice ha dedicato a questo tema gran parte dei suoi studi e della sua esperienza clinica, riscoprendo, attraverso le testimonianze, il gioco insito dello psicodramma, lo studio e la ricerca in materia, i nuovi settori e le rinnovate modalità di applicazione, come la messa in scena e il lavoro di gruppo.

 

Prefazione di Luciana La Stella

Traduzione di Antonella Minnucci

 

http://www.aracneeditrice.it/aracneweb/index.php/pubblicazione.html?item=9788825510508&s=806213&e=106